Rituali arcani di Sicilia

Grazie alla nostra esperta, la Dott.ssa Eliana Vivirito, scopriremo rituali arcaici e fortemente legati ai cicli della natura, che rischiano di essere dimenticati. Ma noi siamo qui per ricordare. Ricorderemo donne accusate di stregoneria, vittime di intolleranza, integralismo religioso e anche di interessi politici, condannate a processi ingiusti ed avvilenti , ma che tuttavia non riuscirono a fiaccare la loro anima magico-misterica in cui religione, miti e leggende si legano l’uno all’altro in un nodo arcano e indissolubile.

La magia delle Streghe siciliane

A Gratteri, in provincia di Palermo, le donne praticavano riti anche per togliere il mal di testa da insolazione detto            “U suli”.
Tale rituale doveva essere svolto solo al tramonto, si posizionava sul capo del malato un panno di colore rosso e sopra un piatto pieno di acqua su cui si versavano tre gocce d’ olio. Poi si gettava dentro un batuffolo di lino infuocato e lo si ricopriva con un bicchiere.

Durante tale rituale si recitava il Credo per tre volte insieme all’orazione:

U suli cuddò

A luna affacciò

Viva Maria e cchi la creò.

Ma queste pratiche rituali profane intrise di elementi della religione cristiana, non vennero comprese e furono considerate come una blasfema forma di superstizione e di conseguenza condannate come eresia non rientrando tra le pratiche ufficiali né della medicina né della Chiesa.

Così Dominga la Farina fu processata perché aveva creato una pozione magica a base di acqua benedetta prelevata da tre chiese che poi aveva mescolato a erbe e pietre minerali e alla membrana amniotica tritata di un neonato. Con questa mistura bagnava il malato e gli ordinava di passare per tre volte sopra tre spade disposte a terra a forma di croce.

Come altre due donne di Scicli, la fattucchiera Pina La Scifa e Vincenza Lentini, che furono accusate di aver utilizzato acqua e candele benedette insieme a preghiere magiche.

In questo clima di misoginia imperante, tante donne furono risucchiate in questo assurdo girone infernale, dal quale molte non riuscirono a riemergere.

Come la sfortunata Maria Luisa Mangano, originaria di Avola, a cui spetta il triste primato di essere stata la prima donna siciliana ad essere stata inquisita con l’accusa di adulterio e che, dopo un processo sommario, durato poco meno di un’ora, fu torturata e condannata al rogo.

O ancora Francesca Buccheri "la Cirneca", di Militello in Val di Noto, torturata e uccisa solamente perché vicina ad ambienti di orientamento giudaico.

Ma alcune, nonostante le accuse e le torture subite, riuscirono a scampare alla morte, come la Magara Pellegrina Vitello,    ( la cui storia è stata ripercorsa dallo storico Vito lo Scrudato) di Messina che fu accusata di stregoneria da cinque donne anziane, di aver fatto iettature, preparato fatture, di aver invocato demoni e di predire il futuro osservando in uno stato di trance una caraffa piena di acqua nella quale galleggiavano strani corpi neri dalle forme demoniache. Dopo essere stata sottoposta alla tortura della corda, confessò solo di aver compiuto delle piccole truffe per superare le ristrettezze economiche in cui si trovava da quando il marito l’aveva lasciata, ma continuò a dichiararsi innocente e a pregare lo Spirito Santo.  In questo modo convinse gli Inquisitori che la condannarono a una fustigazione pubblica come monito per tutti gli altri.

Tutte queste donne accusate di stregoneria, vittime di intolleranza, integralismo religioso e anche di interessi politici, subirono processi ingiusti e avvilenti ma che, tuttavia non riuscirono a fiaccare la loro anima magico-misterica in cui religione, miti e leggende si legano l’uno all’altro in un nodo arcano e indissolubile.

Legame che emerge dagli atti dei processi conservati negli archivi dell’Inquisizione, e che testimonia con prepotente evidenza il continuo e incessante contatto tra queste donne e la dimensione occulta, tra la materialità dell’esistenza e il desiderio impellente di essere partecipi del divino.

Per questo le donne-streghe siciliane affrontarono il loro destino con dignità, animate da un ardore spirituale, una energia interiore che nemmeno le torture della Santa Inquisizione riuscirono a estirpare.




Questa sezione è stata interamente curata dalla nostra esperta, la Dott.ssa Eliana Vivirito